– di Sergio Basile, Giovanni Antonio Fois e C. Alessandro Mauceri –
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Oltre gli F35 – Lo Speciale di Qui Europa
Vecchie e Nuove Ombre Coloniali dietro
l'Inganno F35 – Da Dulles ai giorni nostri
F-35: Rinviato l'acquisto di 6 mesi… Presunto conflitto
Governo-Parlamento. Ma è davvero così? Svolta seria
o siparietto che nasconde una realtà già scritta?
– F-35 – L'ultima espressione del colonialismo Usa
– F-35 – Ecco cosa c'è all'origine del colonialismo Usa
Conosci Allen Dulles?
– Dalla "Mozione Colomba" alle legittime perplessità di Sarubbi sul
Decreto Di Paola
– La Questione Canadair e la curiosa sospensione degli acquisti
– L'imperialismo Usa in Italia dallo sbarco in Sicilia ai giorni nostri
Speciale, Oltre gli F35 – Prima Parte
Il Rinvio
di Sergio Basile, Giovanni Antonio Fois e C.Alessandro Mauceri
Dilemma F35 – Il Rinvio
Roma – Qualche giorno fa, ma i giornali hanno dato poca importanza alla notizia, il Senato ha approvato, con 202 voti favorevoli, 55 contrari e 15 astenuti, una mozione presentata dalla maggioranza, primi firmatari Zanda (Pd) e Schifani (Pdl). Con la mozione in questione, Partito Democratico, Popolo delle libertà e Scelta Civica hanno chiesto curiosamente di "non procedere a nessuna fase di ulteriore acquisizione (di F35 n.d.r.) senza che il Parlamento si sia espresso nel merito". Ora, il fatto che sia alla Camera (una mozione analoga era stata presentata dagli stessi gruppi e anche lì l’esito era stato favorevole) che al Senato si sia deciso di rinviare l’acquisto dei tanto discussi F35 è importante per diversi motivi. Innanzitutto perché, per la prima volta in vent’anni, il Parlamento ha mostrato di avere dei dubbi circa l’acquisto di questi armamenti oggetto di dispute e discussioni interminabili: sia – almeno in teoria, poi, nei fatti vedremo – a causa del loro costo esorbitante; sia da un punto di vista tecnico. Inoltre, la decisione del Parlamento pare aver scatenato un forte (?) contrasto interno tra istituzioni. Infatti, subito dopo l’approvazione della mozione alla Camera e alla vigilia della votazione della stessa mozione al Senato, il ministro Mario Mauro aveva affermato che "Abbiamo il dovere di proseguire con coerenza" rispetto alle decisioni già prese. Come dire che se i governi precedenti hanno fatto degli errori, invece di cambiare rotta e tornare sulla retta via, dobbiamo continuare a farli anche noi. E, forse, nel tentativo di privare di importanza la votazione della mozione al Senato, il Consiglio Supremo di Difesa aveva tenuto a far sapere il fatto che il "Parlamento non ha diritto di veto". Secondo il Consiglio, l’ammodernamento delle Forze armate sarebbe esclusiva "prerogativa dell'esecutivo". Beh, si commenta da sé…
Elio Vito – Un nome, una garanzia
A sedare gli animi, poi, ci ha pensato Elio Vito, presidente della Commissione Difesa della Camera, ovvero uno degli organi chiamati in causa dalla legge 244 del 2012. Vito ha affermato: "Il rispetto dei ruoli tra organi dello Stato consente al Parlamento il pieno esercizio delle sue prerogative, come disciplinate anche dalla Legge n. 244/2012, senza tuttavia alcuna attribuzione di diritti di veto su decisioni operative e tecniche che rientrano tra le responsabilità costituzionali del Governo". Come dire che il Parlamento è sovrano e libero di decidere basta che decida quello che dice il Governo. Sì perché, in realtà, tutta la vertenza (e di conseguenza le mozioni presentate alla Camera e al Senato) derivano dall’accesa e curiosa "disputa" (di cui però si è parlato poco, anzi quasi per niente) circa le competenze dei vari organi dello Stato.
Il nodo della L. 244/2012 – L'Ultimo "regalo" di Monti
Infatti la questione che sta accendendo gli animi, nasce da quanto previsto dalla legge 244 del 31 dicembre 2012, uno degli ultimi regali fatti al nostro Paese dal governo Monti. Questa legge prevede la progressiva riduzione delle spese da destinare alle forze armate. All’art. 1 si legge: “il Governo è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, due o più decreti legislativi per disciplinare la revisione, in senso riduttivo: a) dell'assetto strutturale e organizzativo del Ministero della difesa, in particolare con riferimento allo strumento militare, […] b) delle dotazioni organiche complessive del personale militare dell'Esercito italiano, della Marina militare e dell'Aeronautica militare nell'ottica della valorizzazione delle relative professionalità”. Quindi secondo questa legge bisogna ridurre le spese per gli armamenti e riorganizzare le forze armate (da cui la riduzione del personale riportata nell’articolo precedente). E parrebbe che a farlo dovrebbe essere il Governo. Stando invece a quanto riportato all’art. 4 della legge 244/12, l’ultima parola sull’acquisto delle armi, spetterebbe al Parlamento. Infatti per ciò che riguarda la “pianificazione dei programmi di ammodernamento e rinnovamento dei sistemi d'arma, delle opere, dei mezzi e dei beni direttamente destinati alla difesa nazionale, annualmente, entro la data del 30 aprile, il Ministro della Difesa provvede a trasmettere al Parlamento” i dettagli delle spese che, dopo l’esame delle Camere, devono essere approvate.
L'Intervento "provvidenziale" del Consiglio Supremo di Difesa…
E qui sta il problema. Perché, visto che bisogna effettuare dei tagli alle spese e che le decisioni avranno anche una notevole rilevanza economica, in molti vorrebbero assumere il ruolo di primi attori e di decisori. È per questo motivo, probabilmente, che il Parlamento, prima alla Camera e poi al Senato, ha approvato la mozione che rinviava l’acquisto degli F35. Ed è per questo motivo che il Consiglio Supremo di Difesa, nel tentativo estremo di riaffermare la propria supremazia in materia, ha affermato che: "La facoltà del Parlamento di eventuale sindacato delle Commissioni Difesa sui programmi di ammodernamento delle Forze Armate, non può tradursi in un diritto di veto su decisioni operative e provvedimenti tecnici che, per loro natura, rientrano tra le responsabilità costituzionali dell’Esecutivo". Il Consiglio Supremo di Difesa è composto dal Presidente della Repubblica, dal Presidente del Consiglio dei ministri, Enrico Letta, dal ministro degli Esteri, Emma Bonino, dal ministro dell'Interno, Angelino Alfano, dal ministro dell'Economia e delle Finanze, Fabrizio Saccomanni, dal ministro della Difesa Mario Mauro, dal ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato e dal capo di stato maggiore della Difesa ammiraglio Luigi Binelli Mantelli. Quindi in massima parte dallo stesso Governo non eletto (tecnico). La disputa cui si sta assistendo negli ultimi giorni è, in realtà, un vero e proprio scontro diretto tra Governo e Parlamento. E la vicenda degli F35, probabilmente, è solo un pretesto (alla fine la mozione ha solo rinviato di sei mesi la decisione di acquistare gli aerei americani).
Una questione di coerenza?
Quindi il Governo non può decidere senza il voto delle Camere. Che non possono non tenere conto delle indicazioni delle Commissioni. Parlamento e Commissioni che, oggi, sembrano non essere più del tutto convinti della scelta fatta dai precedenti governi. O almeno così vorrebbero farci credere. Che dite? Infatti, molti dei parlamentari che hanno votato la mozione per il rinvio dell’acquisto dei famigerati F35 risiedono in Parlamento da molte legislature e, quindi, non una, ma molte volte hanno già votato per l’acquisto di questi aerei. Alla fine, come al solito, in Italia tra parlamentari che cambiano idea, governanti che vorrebbero imporre le proprie scelte e soggetti che credono di essere al di sopra di tutto, pare si sia dimenticata qual’è la sostanza. Sì perché lo scopo finale della famigerata legge 244/12, in realtà, era quello di ridurre gli sprechi. Eppure, almeno stando ai costi della cosa pubblica, di sprechi i vari esemplari di Homo Politicus dovrebbero essere esperti. Ma a ben vedere, accanto agli aspetti puramente tecnici, la questione si infittisce di mistero e antiche ombre emergono. Cosa accadrà tra sei mesi?
Oltre gli F35 – Seconda Parte
Troppa Fretta
Dilemma F35 e colonialismo Usa – Oltre la realtà ufficiale
Beh in molti sarebbero disposti a scommetterci l'osso del collo che alla fine questo acquisto si farà. Ma le polemiche in Italia, nelle piazze e sul web non cessano. Innanzitutto esse vertono sulla bontà dell'acquisto (come sottolineato in diversi articoli: vedi allegati). In tal senso abbiamo evidenziato l'esistenza di difetti di fabbricazione dei mezzi, considerati da molti paesi (che ne hanno sospeso le commesse) risultati di un progetto malriuscito; il costo degli aerei e degli altri armamenti pesanti, esorbitante, incoerente, misteriosamente lievitato (vedi allegato – Inganno F-35 di C.Alessandro Mauceri) e assolutamente immorale. Inoltre gli smodati ed esorbitanti costi – come visto – verranno gettati sulle spalle dei contribuenti italiani. In aggiunta abbiamo poi posto l'accento sulla palese contraddizione rispetto all'Art. 11 della Costituzione, secondo il quale "L'Italia ripudia la Guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali". E per finire lo scandalo del controllo a distanza da parte dei costruttori (Usa), che in caso di problemi potrebbere agire in maniera risoluta e diretta – evidentemente – sull'intero sistema di volo dell'aereo da guerra (capace – come visto – di ospitare testate nucleari).
La Nostra Battaglia
L'Osservatorio Qui Europa iniziò la sua battaglia contro gli F-35 già con il precedente Ministro della Difesa Di Paola: i nostri lettori ricorderanno la campagna di sensibilizzazione portata avanti a partire dallo scorso 5 Dicembre, e successivamente nei giorni che precedettero la votazione del decreto "Di Paola" in Parlamento. Inviammo centinaia di mail a tutti i deputati e senatori, chiedendo di non approvare il decreto della vergogna (vedi allegati). Ma alla fine i sudditi Usa travestiti da politici approvarono quasi all'unanimità. L'unico a rispondere al nostro appello fu l'On. Andrea Sarubbi (PD) nonché ex conduttore (su Rai Uno) della seguitissima trasmissione domenicale "A Sua Immagine". E lo fece con un editoriale dal titolo molto eloquente: "Quanta Fretta".
Quanta Fretta!
L'On. Sarubbi, nell'occasione – con molta onestà intellettuale, bisogna dargliene atto – si meravigliava del fatto che il contestatissimo "Decreto dell'ammiragio non eletto, Giampaolo Di Paola" sugli F-35, fosse stato presentato in Parlamento, per l'approvazione, con una inusuale e sconcertante rapidità. Lo stesso lamentava in diversi passaggi: "Con una rapidità estrema, rispetto ai tempi biblici del Parlamento, è arrivata in Aula la delega al governo per la revisione dello strumento militare. È una legge con parecchi chiaroscuri (…) per lo spazio enorme di manovra che lascia al ministro della Difesa (aggiungiamo, rigorosamente non eletto) e per la tempistica a mio parere – aggiunse – inopportuna, trovandoci ormai a fine legislatura e dunque ad un passo dal cambio di governo. Dalla Tavola della Pace e dalla Rete Disarmo – continuava Salubri nel suo comunicato stampa giuntoci in redazione – sono arrivate parecchie critiche (…) nel mio intervento di stamattina, alla Camera, ho esposto anche i miei dubbi, convinto che non siano poi così isolati nel resto d’Italia".
Dov'è volata la "Mozione Colomba"…
Andrea Sarubbi fece poi cenno ad un atto politico di rilevantissimo interesse pubblico (Mozione Colomba) passata quasi del tutto inosservata agli occhi dei distratti media. Anzi – consentiteci – totalmente censurata. "due anni e mezzo fa – continuava il politico nel suo comunicato – Savino Pezzotta ed io presentammo una mozione, che chiamammo "Mozione Colomba" e che arrivò in quest’Aula il 28 marzo scorso. La mozione approvata (poi divenuta risoluzione, per qualche inghippo procedurale, ma il senso è quello) era un pò più morbida di quella inizialmente presentata, ma ci sembrò comunque un bel passo in avanti: impegnava il governo a subordinare qualunque decisione relativa all’assunzione di impegni per nuove acquisizioni nel settore dei sistemi d’arma al processo di ridefinizione degli assetti organici, operativi e organizzativi dello strumento militare italiano. Per dirla con le parole della Tavola della pace, della Rete disarmo e di tutte le associazioni che invitavano in quei giorni il Parlamento a resistere alla tentazione di giocare a Risiko con i cacciabombardieri (vedi articoli in allegato) “prima discutiamo compiti e obiettivi delle nostre Forze armate e poi decidiamo gli acquisti di cui abbiamo bisogno”. Ma evidentemente i colleghi del PD e della stessa "cosiddetta" opposizione (quello che poi sarebbe diventato con la benedizione di Napolitano, il partito unico europeista e filo Usa-Nato PD+L) preferì non considerare o strategicamente obliare tale atto politico di indubbio spessore.
Come un Assegno in Bianco – Il Sarubbi pensiero alla vigilia del voto
"Mi riesce molto difficile – concludeva Sarubbi nel suo comunicato – spiegare ai miei quattro elettori e anche a me stesso, come mai questo Parlamento riesca a marciare così veloce quando si tratta di spese militari e poi s'impantani sulle riforme più attese. Inoltre, ed è questa la mia critica principale, io davvero pensavo che avremmo discusso il modello di difesa tutti insieme. Tutti insieme: lei, signor ministro ammiraglio, ed io, obiettore di coscienza a mani nude provvisoriamente deputato della Repubblica. Non avevo capito, perché non c’era scritto da nessuna parte, che il Parlamento avrebbe firmato una carta quasi in bianco (…). Il comunicato – nell'occasione pubblicato in forma integrale da "Qui Europa" – concludeva con una amara e disillusa conclusione: "Ha senso tutto questo, in un momento così difficile per l’Italia? Secondo me no, signor Presidente e signor Ministro, e per questo motivo (…) sto pensando seriamente di non votare questo provvedimento".
I Camerieri di Washington e la Bigiotteria "Made in Usa"
Ma quel che accadde in Parlamento fu chiaro a tutti, e così il governo italiano si ritrovò per le mani centinaia di costosissimi giocattoli F-35 pronti a sfrecciare per i cieli europei: strumenti di morte e guerra che ad oggi ancora nessuno vuole, tranne forse gli "indecisi" politici italiani, sempre più camerieri di Washington, malgrado lo strategico rinvio. Ancora una volta, nei fatti, col la mancanza di un "NO" forte e chiaro, viene sottolineato lo strapotere americano e la sudditanza del nostro Paese, visto da oltreoceano come una roccaforte sul Mediterraneo, una succursale americana in Europa, una finestra sull’Africa del Nord e sul mondo arabo, forte di due immense portaerei coloniali (Sicilia e Sardegna). E’ chiaramente l’ennesimo tentativo delle lobby industriali di affibbiarci il prodotto scadente, disprezzato nel resto del mondo. Solo che questa volta non si tratta di computer portatili o di lavatrici. Qui si parla di presunti (quanto illusori) "gioiellini da bigiotteria" dell’aviazione da milioni di dollari che tutti i contribuenti dovrebbero impegnarsi a pagare fino al 2020, rinunciando magari a beni alimentari di prima necessità per i propri figli. Una situazione che ci ricorda molto il trattamento riservato ai cittadini greci da Angela Merkel a Nicolas Sarkozy, quando costrinsero Atene ad anquistare inutili armamenti da guerra, portaeree e sottomarini, per miliardi di dollari. Stesso copione, dunque!
In un Mondo Normale
Ma in un momento come questo, col mondo del lavoro al completo collasso che vede numerose famiglie costrette alla fame e alla miseria, non possiamo proprio permetterci di accontentare l'ennesimo vergognoso capriccio americano. Non c'è bisogno di essere particolarmente intelligenti e/o moralmente alti per comprenderlo. Non è questo il momento per schermarsi dietro al vecchio detto ‘’Si vis Pacem para bellum’’ che al giorno d’oggi lascia chiaramente il tempo che trova. Ma d'altra parte in un mondo normale, non lo sarebbe mai! Un Paese come l’Italia, con diversi contingenti sparsi in giro per il mondo, per volere statunitense, in ipotetiche e propagandatissime "Missioni di Pace" (oggi altro sinonimo meno impegnativo di "occupazioni coloniali") avrebbe ben poco da temere in termini di difesa. O no? premesso che – come detto in più sedi – non si tratta assolutamente di aerei da difesa, ma di aerei d'attacco e guerra a tutti gli effetti.
I Veri Assassini e la questione "Canadair"
La verità è che l’Italia, in concerto con le altre principali nazioni del mondo occidentale, sta portando avanti ormai da decenni – come denunciato in centinaia di articoli – politiche espansionistiche Usa sempre più subdole e sistematiche, che devastano il mondo nascoste dietro la beffarda e miservole maschera della "Pace". O meglio di una Pax Romana, che affonda le proprie radici in un progetto sionista di antica concezione. Questi nuovi caccia, al pari degli altri mezzi dispensatori di morte, perseguirebbero l’obiettivo americano d’espansione, minacciando i popoli del nord Africa, del mondo arabo, del sud est asiatico (per ora). Cerchiamo di aprire gli occhi e di capire una volta per tutte che stiamo assistendo ad un genocidio quotidiano e che noi ne siamo complici. All’alba del terzo millennio l’umanità dimostra di essere soggiogata dal mondo mediatico che, esasperando (o inventando di sana pianta) le possibili (presunte) minacce provenienti da questo o da quel paese, rendono merito e legittimità alle azioni militari degli Stati Uniti d’America e dei suoi impresentabili alleati. Questi sono i veri assassini, capaci di seminare terrore e sangue su molteplici scenari , ogni singolo giorno. Cerchiamo di tirarci fuori da queste barbarie e di aprire gli occhi a chi non vuole vedere, a chi crede davvero che possano esistere ( o che possano essere esistite) ‘’Guerre di Pace’’. E mentre sotto i nostri occhi si consuma l'ennesimo scempio, apprendiamo la notizia del taglio alle spese di gestione dei Canadair anti-incendio, utili a salvaguardare migliaia e migliaia di chilometri quadrati di macchia mediterranea.
Oltre gli F35 – Terza Parte
Sotto lo Schiaffo Usa
Dietro il Caso F35 – Alle Origini del Colonialismo Usa sull'Italia
Ma essendo la matematica una scienza esatta (due più due fa sempre quattro), alla luce di questi incomprensibili ed ambigui rinvii; di queste reiterate ed evidenti – quanto inaccettabili -anomalie democratiche di cui sopra ed appurata l'esistenza dell'occultatissimo Piano Kalergi (Vedi articoli in allegato – Prima e Seconda Parte), cioè di quel progetto mondialista della CIA (Usa) proteso a colonizzare e controllare l'intera Europa (terzomondializzandola e paneuropeizzandola) ci chiediamo: chi furono i personaggi che convinsero Kalergi ad avviare i processi politici che portarono alla nascita dell'Unione Europea e della stessa NATO? Chi utilizzo l'OSS (oggi CIA) al fine di architettare questo diabolico piano imperialista e di controllo totale sulla stessa Italia? Beh, dalle ricerche e dagli studi fatti, tutto sembra convergere su un nome ben preciso: Allen Welsh Dulles, avvocato, finanziaere e banchiere statunitense, nonché agente segreto OSS ed influente direttore – sotto copertura – della Central Intelligence Agency (CIA) per l'Europa, nato a New York, il 7 aprile 1893.
Dulles, Commissione Warren ed altri accidenti – Curiose Analogie
Dulles fu anche membro dell'ambigua Commissione Warren – l'organismo presidenziale che fu incaricato di indagare sull'assassinio del Presidente John Fitzgerald Kennedy – costituita dal Presidente Johnson il 29 novembre 1963 – che come noto indicò, tra mille polemiche, Lee Harvey Oswald come l'unico esecutore dell'omicidio del secolo. Ma il banchiere Allen Welsh Dulles fu – guardacaso, come apprendiamo dal sito ufficiale della Casa Bianca – anche fratello minore del 52° Segretario di Stato Usa – sotto l'amministrazione Eisenhower – John Foster Dulles. Anche sul fratellone di casa Dulles, gli scheletri nell'armadio non mancano: nel maggio 1933, infatti, John Foster Dulles e il ministro dell'Economia e delle Finanze di Adolf Hitler (Hjalmar Schacht) sugellarono un accordo di ferro per intensificare i commerci ed i profitti tra Usa e Germania. Ricordiamo in tal senso che il principale sostenitore (acciaio e credito) della campagna bellica di Hitler fu un altro americano di lusso – come detto in altre sedi – Prescott Bush, nonno di George W. Bush Junior. Senza dimenticare il grande apporto di capitali che lo stesso Stalin diede ad Hitler (finto rivale). Ma d'altronde pochi davvero sanno che la stessa Rivoluzione Bolscevica Comunista fu in realtà coordinata e finanziata dall CIA. Piccola ciliegina sulla torta. Altro che "anticomunismo" e chiacchiere da treno, dunque! Ci sono stati dentro sempre fino al collo, malgrado quel che dicano strategicamente i testi di storia di regime, scritti dai loro carissimi scendiletto. Ma le sorprese, in casa Dulles, non finiscono mai: la sorella di Allen, Eleanor Lansing Dulles fu – guardacaso – ambasciatrice in Germania; mentre lo zio Robert Lansing, segretario di stato di Wilson. Com'è piccolo il mondo! Non trovate?
Dulles e la Colonia Italia – Lo Sbarco in Sicilia
Ma quel che più ci interessa capire è come gli Usa, grazie al "nobile" compitino affidato ad Allen Dulles, riuscì a esercitare la sua definitiva egemonia sul "Bel Paese", con la scusante ed il pretesto della liberazione dal regime fascista. Dai nostri studi incrociati, infatti, risulta come il banchiere-007 fu il perno dell'Operazione Husky, cioè dello sbarco Usa in Sicilia. L'OSS coordinò, in particolare, i rapporti tra mafia locale e Washington: una sorta di "trattativa Stato-Mafia" degli anni che furono. Il referente italiano dei misteriosi contatti fu il siciliano emigrante Massimo Corvo. Max per gli "amici". Fu lui il primo coordinatore dell'esclusivo "club" the mafia circle. Tra i nomi eccellenti spuntati ben presto – fonte di "Oggi Notizie" del 20/10/2010 – anche quello di Lucky Luciano e Licio Gelli. Gli uomini di Max – come rivelato sempre da "Oggi Notizie" – liberarono di prigione numerosi boss mafiosi (850), poi arruolati nell’OSS. Molti dei quali, dopo l'occupazione americana, assunsero cariche pubbliche particolarmente importanti. Nel 1953 – come detto – Dulles venne "premiato" per il lavoro svolto e divenne capo della neonata CIA. E questa è storia! Di cosa ci meravigliamo ancora?
Morale della Favola – F35 e paradigma MUOS
Di cosa ci meravigliamo se i nostri politici anziché bocciare la questione F35 continuano a rimpallarcela di mese in mese? L'Italia è – tranne miracoli o sussulti popolari eccezionali – e sarà sempre una squallida colonia USA. E ciò anche attraverso palesi manipolazioni storiche che ci hanno sempre portato a credere ciecamente nell'esistenza di dualismi politici (destra, sinistra e centro…) in realtà creati ad arte dagli antichi burattinai con l'esclusivo obiettivo di dividere et imperare. Gli F35 solo solo l'ultima penosa pagina di questa storia infinita fatta di menzogne, finti alterchi e strategie. Prova ulteriore, è l'ultimo capitolo della "saga Muos" in Sicilia: altro emblema contemporaneo dell'imperialismo statunitense nel nostro Paese. Nei giorni scorsi (9 e 10 Luglio) in occasione della commemorazione dello sbarco in Sicilia delle truppe anglo-americane, infatti, una cinquantina di attivisti hanno contestato pacificamente la presenza dei militari americani e dell'eco-mostro. I domostranti lo hanno fatto intonando le note di "Bella Ciao"…. A buon intenditor… In tal senso non ci stupiamo affatto per le dichiarazioni dell'ambasciatore Usa in Italia, Davide Thorne, in merito alla discussa decisione del Tar di Palermo che ha rigettato la richiesta di sospensiva del blocco dei lavori del sistema satellitare Usa a Niscemi. "La realizzazione del Muos – ha dichiarato l'ambasciatore – è stata concordata con il governo italiano (?) e con il governo siciliano. Spero – ha concluso – che possiamo trovare un modo per andare avanti".
Sergio Basile, Giovanni Antonio Fois, C.Alessandro Mauceri
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