Spread e Unione Bancaria: i Grandi falsari Smascherati dal loro stesso Gioco

Mercoledì, Ottobre 24th/ 2012

– di Sergio Basile –

Spread / unione Bancaria / Eurozona / Renato Brunetta / Accentramento Bancario / Spread / rating / Procura di Trani / Mario Monti / Angela Merkel / Mario Draghi / BCE / Decreto Salva Italia / Decreto Cresci Italia / Recessione / Risparmio delle Famiglie / Mercato primario / Mercato Secondario / Titoli del Debito Pubblico / Bund tedeschi / Consigli europei / Supercommissario Ue / Accentamento totalitaristico / Totalitarismo Ue / Landesbanken / Sparkasse / Suicidi / Gianfranco Camerin / Vittorio Celotto / Giancarlo Mocci / Fondo Salva Stati Permanente / MES / ESM / Sovranità Monetaria / Signoraggio bancario / Euro Zona / Euro / Lira / Stati Uniti d'Europa / Disfacimento degli stati nazionali / Pacchetto Barnier 

Spread e Unione Bancaria: i Grandi falsari

smascherati dal loro stesso Gioco

Ecco perchè rigettare le tre aleatorie componenti dello

spread e perchè evitare accentramenti bancari.

L'Europa e l'Italia procedono verso un critico punto di

"Non ritorno", intanto aumentano suicidi in Italia

tra disoccupati e imprenditori sull'orlo del fallimento

Gli errori nell'analisi di Renato Brunetta nella controanalisi 

dell'Osservatorio "Qui Europa"

Roma, Berlino, Bruxelles, Francoforte – Il "Gran Maestro" dell'iperliberismo, Sua Maestà Mario Monti, negli ultimi 12 mesi ha partecipato a ben 4  inutili  Consigli europei: il primo è stato quello dell'8-9 dicembre 2011; poi è stata la volta dell'incontro pre primaverile del dell'1-2 marzo 2012; quello pre estivo del 28-29 giugno ed ora quello autunnale del 18 e 19 ottobre. Tutti protesi alla creazione dell'euro-mostro unitario (gli Stati uniti d'Europa) e al disfacimento degli stati nazionali. ovviamente!

 Ammazza italia  e Recessitalia – i primi "assi" di Monti 

L'inutilità (e la dannosità) alla causa nazionale è sotto gli occhi di tutti! Ricordate il "Salva Italia"? Doveva servire ad abbassare il famigerato e mitico spread, "raffreddando" i mercati. La storiella ufficiale, almeno, narra così! Ma misteriosamente il dio pagano dello spread dopo il varo dell'Ammazza-Italia (decreto che iniziò a imbrigliare in una asfissiante camicia di forza la macchina statale degli investimenti) s'arrabbiò facendo lievitare lo spread da 368 punti base a 444 in soli due giorni, come CI ricorda "Il Giornale" di ieri. Dopodicché in concomitanza al secondo suddetto euro-meeting, fu la volta dell'altro blasfemo e sarcastico (almeno nel nome) decreto battezzato beffardamente "Cresci Italia". Ma di crescita neanche l'ombra. Il "Cresci Italia" divenne ben presto il "RecessItalia", e la settima potenza economica al mondo raggiunse ben presto livelli di crescita simili a quelli dei più arretrati stati africani. Anche in questo caso la farsa spread tornò a ripetersi, con perentori cali seguiti da rapide impennate. Il 27 giugno la Camera (del partito unico A,B,C) approvò, con il voto dell'ennesima "fiducia", la riforma del mercato del lavoro gettando al vento diversi decenni di conquiste sociali e di dure lotte sindacali. Tutto in fumo in pochi minuti. Ma questo (come ovvio che fosse) non servì a placare l'ira delle "divinità di cartapesta" del mercato. Lo spread salì addirittura quasi verso quota 500.

 L'italia della Recessione e dei Suicidi 

Ma intanto l'Italia sprofondava nella recessione e la notizia dei suicidi di imprenditori italiani saliva alla ribalta delle cronache giornalistiche sui tabloid e quotidiani internazionali. Per la cronaca, se ne sono registrati altri tre solo nelle ultime ore nel trevigiano, un imprenditore e due disoccupati vittime della depressione, tutti morti impiccati: Gianfranco Camerin (disoccupato di 58 anni – Santo Stefano di Pinidello, Cordignano); Vittorio Celotto (Imprenditore di 62 anni – titolare della ditta Old Beton di Susegana, azienda operante nel settore della ghiaia) e Giancarlo Mocci (disoccupato di 48 anni – Treviso, quartiere Ghirada).

 I grandi Falsari Smascherati dal loro stesso gioco 

Ma, per contro, tuttavia, è davvero curioso constatare come il nulla di fatto portato a casa da Monti lo scorso 19 ottobre, in Europa, non abbia sortito alcun effetto sullo spread, questo volta fermatosi a quota 318 punti. Segno che – come nota lo stesso Giornale – dimostra come tra i fondamentali dell'economial'andamento degli spread non ci sia nessuna correlazione. Chi sostiene il contrario dice il falso! E' tutta una grossa balla! Un complotto mercatista.

 Le tre presunte e aleatorie componenti dello spread 

Lo spread d'altra parte  – come notato nelle ultime ore anche dall'ex ministro Renato Brunetta – si compone di 3 variabili: 1) merito di credito dei Paesi; 2) rischio di implosione della moneta unica; 3) effetto fuga degli investitori verso il Bund tedesco. Ma a ben vedere, non possiamo che contestare almeno i 2/3 di tali parametri adottati come Vangelo dai nostri politici e giornalisti filo-mercatisti. 1) Il merito di credito dei paesi non è stato mai davvero considerato: la Procura di Trani – d'altronde – lo riconobbe chiaramente nelle indagini condotte sulle agenzie di rating, indicate quali responsabli di declassamenti iniqui e fraudolenti. Esse infatti declasssarono – in favore della speculazione internazionale e della svendita dell'Italia che sarebbe seguita da lì a poco – il bel Paese quando esso godeva di fondamentali economici di prima grandezza, tra i quali spiccavano un robustissimo tasso medio di risparmio delle famiglie; una robustissima riserva aurea (la terza del mondo) ed un bassissimo debito privato d'impresa (soli 40 miliardi dieuro, contro gli 8000 miliardi di euro del debito privato d'impresa francese: il 2° migliore d'Europa, quello italiano, dopo quello tedesco). 2) Quanto all'altro parametro di riferimento,cioè il rischio d'implosione dell'euro, esso dovrebbe considerarsi un merito, e non un demerito: lo dimostra il fatto che il debito è ingenerato proprio dall'adesione dell'Italia alla moneta unica, mediante i fenomeni del signoraggio bancario e del sistema di regolamentazione interbancaria "Target 2" (vedi approfondimento in allegato). Pertanto allontanarsi dall'Eurozona – se questo non fosse un complotto (qual è in realtà secondo la nostra tesi) – dovrebbe essere una nota di merito e non di demerito. Non trovate?

 Lo stratagemma delle banche tedesche per mettere in crisi i Piigs 

Ma il vero motivo del contendere che sta innescando questa perversa spirale debitoria, accanto al fenomeno degli spread (che riguarda come noto il cosiddetto "mercato secondario") si manifesta in tutto il suo potenziale speculativo e distruttivo fin dal mercato primario, quello delle cosiddette aste (che vere aste in effetti non sono) della BCE. Nei primi mesi del 2011, i rendimenti dei titoli del debito pubblico tedeschi (famosi bund)  erano su una curva ascendente, in virtù – sostanzialmente – di tre elementi: 1) l'elevato rischio da speculazione finanziaria imputato alle banche tedesche; 2) il dubbio valore dei titoli tossici in portafoglio; 3) le perdite sui titoli greci nei portafogli delle stesse banche tedesche. Tale situazione, evidentemente, avrebbe dovuto ingenerare la crisi dell'economia tedesca: travolta dagli squilibri finanziari interni al settore bancario. Ma ciò non è mai avvenuto, come mai? Semplice! I rischi sono stati gettati sui Paesi Piigs (tra i quali l'Italia) ad opera delle stesse banche tedesche, attraverso una massiccia vendita degli stessi titoli del debito sovrano di tali Paesi (specie titoli greci e BTP ialiani) sul mercato secondario, quello cioè apeto alla speculazione privata. Ciò al fine di aumentarne i rendimenti sul mercato primario e lo spread. Un aumento spropositato delle vendite dei titoli suddetti sul secondario è stato in parte letto dai mercati come una mancanza di fiducia degli operatori finanziari verso Paesi sovrani (si fa per dire) come Italia e Grecia. 

 La complicità dell'Unione europea 

Dunque un altro pezzo di debito nazionale (oltre a quello generato dal signoraggio e alimentato dall'Art. 123 del Trattato di Lisbona) dipende proprio dagli esorbitanti interessi passivi pagati sui titoli del debito pubblico – sottoscritti a banche e speculatori – proprio grazie a questo meschino e perverso meccanismo dello spread, tollerato in maniera scellerata e complice dall'Unione europea (Commissione, Parlamento e Consiglio europeo) soprattutto con l'archiviazione del poco noto "Pacchetto Barnier" Antirating, che lo stesso Parlamento aveva chiesto in tempi non sospetti, senza per altro far riemergere il polverone nei mesi successivi al silenzio tombale stesosi sulla questione. Ma l'Europa dei tecnocrati ora vorrebbe risolvere tutto propinandoci un accentramento bancario da pura dittatura e sotto i soliti diktat (finora seguiti a puntino dal diligente Monti ) di Angela Merkel e dai suoi soci di Berlino, Bruxelles e FrancoforteAnche in questo caso la soluzione sarebbe semplice: vigilanza unica affidata alla Bce, sulle banche di rilevanza sistemica. Esclusi – per volere della Merkel – gli  istituti regionali – le Landesbanken tedesche – e le casse di risparmio, ovvero le celebri Sparkasse tedesche. Proprio gli istituti più incriminati di aver alimentato la speculazione.  E ciò, magari, anche accanto all'istituzione di un "Supercommissario" dotato di totalitaristici poteri di veto sui bilanci nazionali.  Ipotesi nelle ultime ore in parte fugata da Monti. Quasi come se il fascista (o stalinista) MES (Fondo Salva Stati Permanente) non fosse sufficiente già di per sé ad annichilire la capacità di reazione democratica degli europei intrappolati nell'Eurozona.

  L'errore di Brunetta 

Ma per lo stesso Brunetta, tuttavia, la soluzione della crisi non sarebbe (come logico che fosse)  il naturale e "spontaneo" frutto di una provvidenziale liberazione monetaria (cioè di un'autonomia "monetaria"; di un affrancamento dalla schiavitù dell'euro-trappola); ma bensì l'improbabile ed acerbo frutto di una ulteriore ed assurda accelerazione delle ricapitalizzazioni bancarie dirette delle banche, nonché di un più rapido accentramento bancario.

  Verso un punto di non ritorno? 

Buoni i presupposti, dunque, caro Brunetta, ma pessimi i suggerimenti e le proiezioni per uscire da questa crisi indotta. Una palude per cittadini ed imprese creata proprio dalle banche che ora si vorrebbero premiare con indegni potenziamenti, accentramenti totalitaristici e legittimazioni gravissime ed inverosimili: ben al di là della soglia del razionale e del cosiddetto viver civile. Ma può la dignità di una vita umana spentasi valere più dell'autonomia e del bilancio di una banca? Può indirettamente essere condizionata dal livello dello spread? Se così continuerà ad essere, ciò equivarrà al raggiungimento di un cruciale e disumano punto do non ritorno per l'intera umanità. I tempi sono maturi e più che mai decisivi, nel bene e nel male.

Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)

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