Stiglitz: Combattere il Debito con la Spesa Produttiva
Martedì, Ottobre 23th / 2012
– di Sergio Basile –
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Stiglitz: In tempo di Debito Pubblico
bisogna aumentare la Spesa
produttiva, non diminuirla
La Tobin Tax? Un inutile palliativo, necessita
la Buffet Rule
Austerity? Una grande frottola che fa leva
sull'ignoranza del popolino
Bruxelles, Roma, London, New York – In una intervista rilasciata nelle scorse ore al Business Week, il Premio Nobel per l’economia 2001, Joseph Stiglitz ha rilanciato con forza una teoria economica apparentemente fuori dal mondo ed antistorica, specie nell'Eurozona della scemenza totalitaristica chiamata "austerity". “In tempi di boom – ha dichiarato Stiglitz – bisogna lavorare sul surplus, in tempi di crisi si lavora sul debito”. Quindi, come dire, è inutile serrare i rubinetti della spesa pubblica, anzi è controproducente! Esattamente il contrario, evidentemente, di quello che ci stanno propinando illusoriamente i nuovi euro-dittatori ed i tecnici della banda Monti, che anziché uscire dalla crisi (ingenerata dalle loro stesse folli leggi) stanno cercando il pretesto della recessione per privatizzare e svendere tutto quando sia rimasto ancora di pubblico.
Il Predatory Lending e l'Egemonia della Finanza
Stiglitz – è bene ricordarlo – fu anche uno dei principali consiglieri economici del presidente Usa Bill Clinton, colui che diede – tuttavia – un ulteriore impulso alla Reaganomics, la strategia inaugurata da Ronald Reagan protesa alla deregulation ed allo smantellamento delle regole sulle operazioni finanziarie. Politica economica di deregolamentazione osteggiata però dallo stesso Nobel, che accusò in tempi non sospetti lo stesso Clinton di avallare pericolosamente la cosiddetta “predatory lending” (ovvero la politica dei mutui facili) funzionale a quella che nel 2007 passò alla storia come la bolla finanziaria dei “mutui subprime". Tali politiche – così come avvenne negli Anni Ottanta nel Regno Unito della Thatcher e negli Usa di Reagan – causarono, come trattato dal nostro osservatorio in altri articoli, un colossale spostamento della ricchezza reale dalle mani dei ceti medio-bassi alle avide grinfie di una mera élite di super ricchi, incrementando a livelli impressionanti la diseguaglianza sociale. All'epoca – come oggi – la truffa sociale fu spacciata per progresso! Due furono (e sono tutt'ora) i principali effetti collaterali della nuova Reaganomics: l'egemonia della finanza sull'economia reale e lo snaturamento dei profitti delle imprese. Ancora oggi – come nota lo stesso Stiglitz – oltre al 40% dei profitti di tutte le imprese made in Usa derivano dal settore finanziario: cioè dal nulla! Dal nulla poiché creati in maniera fittizia e illusoria.
Stiglitz: "Legislatori corrotti al soldo della Finanza"
Ma l'analisi di Stiglitz non si è limitata al mero settore economico: l'economista, infatti, ha spiegato dalle colonne del Business Week come tale grande anomalia – che è all'origine di tutti gran parte dei mali di quel fenomeno che bolliamo in maniera superficiale e sommaria col termine di "crisi economica" – invada anche altre sfere di competenza ed altri settori, come quello legislativo. Le grandi lobby finanziarie non si sono limitate ad arricchirsi ed a schiavizzare le masse, in una struttura gerarchica e rigidamente piramidale, ma con il loro immenso potere hanno finito per corrompere le assemblee legislative, scrivendosi – in pratica – da soli le regole, negli Usa come in Europa.
Il Palliativo Tobin Tax e i super-compensi dei Managers
In tal ottica – ad esempio – secondo Stiglitz la stessa adozione della Tobin Tax non è altro che un irrilevante palliativo, assolutamente non idoneo a risolvere i mali dell'economia globale. Egli, pertanto, contrappone alla lieve (quanto insignificante) tassazione delle transazioni finanziarie della miracolistica "Tobin tax” (tassa sulle transazioni finanziarie) la panacea della “Buffet Rule”: cioè l’applicazione agli smisurati ed abnormi guadagni finanziari degli organi speculativi (concentrati soprattutto nella City londinese ed a Wall Street) delle stesse aliquote applicate ai guadagni provenienti dai settori industriali. Infatti – si chiede Stiglitz con grande onestà intellettuale – "come è possibile parlare di equità se i guadagni di una normale impresa (quelli che creano ricchezza vera) vengono tassati all’aliquota piena, mentre i guadagni finanziari, perlopiù provenienti da attività puramente speculative (che non creare ricchezza alcuna), sono tassati si e no al 15%?" Questa immorale anomalia creerebbe anche ulteriori effetti collaterali nella regolamentazione dei pagamenti dei grandi manager bancari e di quelli operanti nel comparto finanziario, i quali pretendono di essere pagati solo in piccola parte da regolare retribuzione (e regolarmente tassata), mentre la rimanente parte viene da guadagni meramente finanziari e rigorosamente esentasse. Strategie a metà strada tra l'elusione fiscale e la più vergognosa evasione fiscale.
Austerity: Una Grande frottola incentrata sull'ignoranza
Alla luce di ciò si comprende come l'austerity Ue sia una grande frottola che i nostri Tg ci continuano a proporre come la via di salvezza dalla crisi. Certo sarebbe interessante sapere perchè – e per conto di chi – si ostinino a raccontare tali balle mediatiche: balle alle quali non crede ormai più nessuno da mesi. Ma i vari Mentana, Casini, Bersani e colleghi continuano a parlare della ricetta Monti come di una soluzione salvifica da continuare oltre al 2013, facendo leva sulla profonda ignoranza del popolino, e su un martellamento mediatico creato ad hoc, incentrato su bizzarre storie di evasori fiscali e falsi invalidi che spuntano come funghi monopolizzando l'attenzione e sviando subdolamente dal nocciolo del problema. Cosa non si fa per convincere le masse della bontà d'animo dei nostri più feroci aguzzini! Pazzesco!
Stiglitz e l'Investimento Produttivo
Ma per Stiglitz – che ha rilanciato con grande autorevolezza la bontà delle tesi antiausterity: difese, tra l'altro, da quasi un anno a questa parte dal nostro osservatorio – la crisi si supera anche e soprattutto con gli investimenti, e con gli investimenti produttivi: infrastrutture, tecnologia e scuola in testa. Cosa, ad oggi, in Italia assolutamente impossibile per via della votazione del "Fiscal Compact" (che assieme alla spesa pubblica inefficiente ha annullato anche quella efficiente, abolendo il cosiddetto "Deficit Spending": il motore della spesa pubblica statale) e del Patto di Stabilità. L’aumento della spesa per investimenti produttivi è pertanto l'unica strada per creare occupazione e benessere diffuso. Una delle vie da percorrere per uscire dalla crisi, assieme alla definanziarizzazione dell'economia ed alla riconquista della sovranità monetaria degli stati. Ricetta analoga illustrata in diversi contesti da un altro autorevole ed onesto economista (insignito dal Nobel) quale Paul Krugman.
Ecco perchè e come va aumentato il Debito Pubblico
Alla luce di ciò possiamo comprendere – e senza far gridare allo scandalo – visto e considerato l'imponente debito esistente in Italia (sia pur illegale e gonfiato), co0me non bisogna assolutamente diminuire la spesa, ma bensì aumentarla. Chi dice il contrario mente! Ci vuol ingannare! Diciamolo ai nostri beneamati politici in campagna elettorale smontando le loro ridicole tesi pro-austerity. "Qualunque investimento – nota Stiglitz – deve essere sostenuto con una spesa più o meno grande, ma l’investimento produce un ritorno che consentirà di coprire quella spesa e probabilmente anche di fare un buon guadagno". E' una regola che conoscono tutti! Dall'ultimo imprenditore di provincia al più grande economista di acclarata fama. Solo l'ex preside della Bocconi, Mario Monti, ed i suoi fedelissimi bugiardi fingono di non saperlo!
Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)
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