Terzi-Monti, doppiopesismo cronico in salsa neo-liberal
Sabato, Maggio 5th/ 2012
– Di Sergio Basile –
Italia / Crisi Ue / Ministro degli Esteri / Giulio Terzi / Diritti / Democrazia / Soprusi / Dittatura / Libertà / Compressione delle libertà umane / Famiglia / infanzia / Ruolo della donna / Minoranze etniche / esodati / Precarietà / Ruolo di madre / Doppiopesismo cronico / Controinformazione / Ipocrisia / Povertà / Lotta di class / sperequazione sociale / Reaganomics / Mosè / Terra Promessa / Faraone / deserto / schiavi
Terzi-Monti, doppiopesismo cronico
in salsa neo-liberal
Diritti o Soprusi? Democrazia o dittatura?
Dilemmi e ombre sulle politiche del governo
Tra le righe dell’intervista, su "L'Unità", al Ministro
degli Esteri, Giulio Terzi
Roma – “Il rispetto dei diritti umani – che vuol dire anche promozione della libertà religiosa; tutela delle minoranze etniche; abolizione di qualsiasi forma di tortura; inammissibilità di pratiche odiose sull’infanzia; tutela della condizione della donna – non è un optional, ma deve essere sempre più un punto fondamentale nell’azione internazionale del paese” . A dichiararlo, in una intervista apparsa su "L'Unità", il Ministro degli Esteri Italiano, Giulio Terzi di Sant'Agata. Peccato, tuttavia, che le “consolanti” dichiarazioni del Ministro, cozzino terribilmente con le distruttive manovre recessive ed anti-welfare delineate e dettate dal capo “non eletto” del suo governo. Riguardando punto per punto gli insegnamenti ed i moniti di Giulio Terzi in tema di politica estera, ci chiediamo come mai tali dettami non valgano per gli Italiani, costretti a vivere in un limbo infinito, senza sapere con precisione quando e se uscire da questo mondo sospeso chiamato "crisi". Tetro spazio a metà strada tra inferno e purgatorio.
Uno schiaffo al "ruolo sociale" degli oratori
Quanto alla promozione della libertà religiosa, ad esempio, l’IMU, l'odiata imposta alla quale sono stati assoggettati anche tutti gli edifici religiosi, ad esempio, non sembra seguire tale proposito. Infatti, luoghi come gli oratori, o pertinenze di essi, ospitano quotidianamente, in Italia, come nel resto del mondo, decine di migliaia di ragazzi, sottratti ai pericoli della strada, ed immessi all’interno di cammini formativi sani ed edificanti, fatti di momenti di condivisione, svago, preghiera, sport, confronto e crescita psico-fisica e spirituale. Dunque attività sociali che il governo (colpendo con l’imposta tutti gli edifici di pertinenza della Chiesa, non destinati al culto) con questa assurda generalizzazione non considera evidentemente quali oasi di crescita e rilevanza sociale, destinati ad assolvere ad una funzione pedagogico-sociale e quindi pubblica: e pertanto, a nostro modestissimo avviso, non assoggettabile a ragimi tassativi, poichè considerabili come una sorta di "ammorizzatori sociali sistemici".
Tutela alle minoranze?
Altro paradosso che traspare dalle parole di Terzi – in aperta antitesi con quanto continua ad accadere all’interno del territorio nazionale – riguarda la salvaguardia delle minoranze religiose. L’austerity montiana, non guarda in faccia nessuno. Una sorta di nuova Reaganomics del terzo millennio, che non solo colpisce l’80-90% della popolazione italiana, ma finisce ovviamente per ripercuotersi con tutta la sua irruenza e con il suo prepotente impeto sui più poveri e sugli immigrati, già costretti a vivere al limite della sopportazione umana. Una vera e propria lotta di classe, insomma, dove i cosiddetti “vittoriosi”, non sazi dell’abbondante e stomachevole abbuffata, vogliono ora addirittura tutta la torta rimasta in dispensa, ai danni dei “vinti”: la classe media, quel che rimane dei disperati esponenti delle classi deboli, ed infine delle minoranze etniche, che tra mille difficoltà tentano la proibitiva impresa dell’integrazione, quali: rom, africani e stranieri in genere. Esseri umani con pochi diritti reali ed in cerca di "continua grazia".
Abolizione di qualsiasi forma di tortura?
La ricetta montiana, pertanto, finisce per sbugiardare le pur belle parole di Terzi, che suonano come stonati echi circostanziati al tempo di una pur corposa e ben strutturata intervista. Come non vedere i milioni di Italiani torturati da un sistema che molti autorevoli esponenti moderati (come della stessa intellighenzia di destra e sinistra) hanno definito, a ragione, con l’appellativo di “nazismo bianco”? Basterebbe lasciare i palazzi dorati di Roma, e decidere – armati di un pizzico di buona volontà e tanto fegato – di trascorrere anche una sola giornata in compagnia di un pensionato, magari di uno che percepisce una indennità minima. O, ad esempio, trascorrere qualche ora nella desolata stanza di un disoccupato (o esodato) cinquantenne, con moglie e figli a carico, rischiando di perdere l’udito dinnanzi al tremendo frastuono e all’assordante rombo della desolazione. Ma una domanda a questo punto pare doverosa: Terzi è ministro degli Esteri o vive all’estero? Dilemma shakesperiano!
Tutela dell’infanzia?
E dei bambini, ne vogliamo parlare? Probabilmente mai come in questo tempo la famiglia è stata fatta oggetto di un attacco diretto e senza sconti, che ne sta minando la stabilità e la struttura portante fin dalle fondamenta. Genitori costretti a fare salti mortali per il sostentamento dei figli; infanzia moralmente violentata e costretta a privazioni senza limiti: addio perfino agli asili nido (troppo cari), e spazio all’attività da neo-welfare di nonni e parenti: una sorta di polizza assicurativa-umana contro i mali dell’egoismo dei falsi profeti del neo-liberismo; un provvidenziale “parcheggio di fortuna", o "parcheggio obbligato", dove si mescolano ruoli e funzioni educative, alle quali un tempo ottemperavano, con maggior autonomia i genitori.
Centralità della donna?
In tal contesto, la donna ha perso il suo naturale ruolo di madre: distratta da ritmi ossessivi e dal rumore di metro e tram che si susseguono in una trappola di cemento chiamata città moderna: con la variante di un desueto e più pesante giogo sociale sulle spalle, chiamato precarietà. Secondo il ministro, tuttavia, “il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali non è un terreno sul quale, nel percorso di avvicinamento all’Europa comunitaria, ci possano essere delle deroghe”. Non si capisce – tuttavia – perché tali deroghe debbano colpire così crudelmente e sistematicamente il popolo italiano: un popolo di santi, navigatori, inventori e risparmiatori, d’improvviso scopertosi in una profonda crisi d’identità, favorita da sconsiderati ed inutili (lo dicono i dati economici) appelli all’austerity quale “ricetta” per uscire dalla crisi. E pensare che tutto questo immane sacrificio annuale servirà a stento a pagare gli interessi di un anno alle banche. Cioè, come dire: trasformati in schiavi obbedienti ed asserviti alla costruzione di piramidi d'oro nelle quali abiteranno i nuovi faraoni del Terzo millennio. Oppure, in tema di "austerity" e lotta agli "sprechi", come dire: per evitare che si disperda l’acqua pura di una fonte, ne sbarriamo e dissecchiamo la sorgente. Pretendendo poi – malgrado ciò – di dissetare una infinita moltitudine di uomini moribondi. Si sa, miracoli del genere le Sacre Scritture le riservano ad uomini pii e saggi come Mosè: leader carismatico capace, al tocco del bastone, di far sgorgare acqua dalla roccia e dissetare il popolo d’Israele, nel deserto. Ma francamente il nostro professor Monti, tutto ci sembra fuorchè l’unto del Signore, chiamato (dal signor Napolitano) a condurre il popolo afflitto nella Terra Promessa. Anzi! Piuttosto lo assumeremmo per associazione d'idee, all’adoratore del vitello d’oro che gli smarriti Israeliti – in un attimo di pazzia collettiva – si prostrarono ad adorare nel deserto, confusi dall'assenza momentanea di Mosè. Immagine, questa, molto simile al vitellone dorato simbolo di Wall Street e di questo nuovo faraone liberale che si annida e maschera tra i palazzi e gli skyscrapers di Wall Street e della City.
Saggezza e contraddizione – il paradigma Timoshenko
Inoltre – riprendendo, in conclusione, il commento dell’intervista rilasciata dal ministro – secondo Terzi, “nessuno sconto deve essere fatto sul caso Tymoshenko al governo ucraino; al contrario le risposte negative delle autorità di Kiev, devono indurre Italia e Europa a intervenire sul processo di partenariato in corso tra Ue e Europa dell’Est e sullo svolgimento degli Europei di calcio”. L’intervista si conclude poi con saggi consigli sull’integrazione tra Ue ed Africa, senza ricordare che – come confermato da tutti gli ultimi sondaggi ufficiali – aumenta in maniera devastante, ogni giorno, il divario tra il Nord ed il Sud del Paese, e tra una élite di ricchi intoccabili, ed un "esercito spuntato", ma immenso, di vecchi poveri o nuovi poveri (ex-borghesi). Chi ci salverà da questo velo di ipocrisia mediatica che tende a ridimensionare quest'apocalisse e a sdrammatizzarla, confondendo iniquamente l’opinione pubblica, e smorzando i toni e le grida del popolo? Da cristiani, sicuramente Dio! Da atei o non credenti, la risposta sarebbe alquanto ostica: anche se ancora possibile e contemplabile, sempre però, operando con convinzione e tempismo all’interno dell’ormai stretto recinto di quel che rimane di un antico sogno chiamato Democrazia. Infine ci chiediamo: chi interverrà sulle ingerenze di un governo di nominati ai danni delle tasche e dell'inviolabilità delle sfere più sacre ed intime della vita degli Italiani? La risposta – cercheremo di darla – nei prossimi articoli di "Qui Europa". Buon Week-End!
Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)
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