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Ue-Ucraina: sì al libero scambio
Sabato, Marzo 2nd/ 2013
– di Maria Laura Barbuto e Sergio Basile –
Unione Europea / Ucraina / Bruxelles / Kiev / Accordo di libero scambio / Commercio / Vertice Ue / Giustizia selettiva / Riforme Giustizia / Elezioni imparziali / Diritti umani / Caso Yulia Timoschenko / Accordo di associazione / Rispetto vita umana / Tecnocrazia / Yanukovich
Ue-Ucraina – sì al libero scambio: verso
una Schengen allargata
Vincoli per l'Ucraina: Giustizia selettiva, elezioni
imparziali e "riforme della giustizia"
Intanto i diritti umani vengono calpestati
Bruxelles, Kiev – “Sì” al libero scambio: questo è quanto stabilito nell’ultimo vertice bilaterale, tenuto a Bruxelles nei giorni scorsi, tra l’Unione europea e L’Ucraina. La firma definitiva che sancirà la concretezza dell’accordo arriverà, in teoria, a novembre 2013 ed i vincoli da rispettare sono stati dettati, ovviamente, dalla stessa Unione. Essi riguardano principalmente la “giustizia selettiva” tipica del governo di Kiev (che rimanda al caso di Yulia Timoschenko), garanzie di riforme della giustizia e di elezioni imparziali. Un accordo di associazione che in effetti favorirebbe a tutti gli effetti un processo di integrazione reale dell’Ucraina nell'Europa delle lobby. Il Paese, da sempre satellite della Russia, da parte sua si è detto ben disposto a "collaborare" al piano liberista, e per bocca del suo stesso presidente, Viktor Yanukovich.
L'Europeizzazione dell'Ucraina
Collaborazione parziale però, in quanto sulla giustizia selettiva (ed i maltrattamenti presunti di cui è rimasta vittima l’ex premier Timoschenko) l’attuale presidente ucraino pare non aver fatto riferimento. Qualora l’accordo di associazione andasse in porto garantirebbe la presenza di una zona di libero scambio globale ed approfondito, ed “europeizzerebbe” circa il 90% delle leggi ucraine, permettendo – dicono – un commercio molto più semplice, un mercato nuovo e la possibilità per i cittadini ucraini di circolare liberamente in Europa, senza visto. Una pacchia per lobby, malintenzionati e narcotrafficanti, ovviamente! In pratica una Schengen ancor più allargata. Ma intanto i diritti umani continuano ad essere calpestati e a passare in secondo piano rispetto a tutto il resto: avviare la possibilità di deleteri accordi commerciali di libero scambio con un paese che non ha rispettato (secondo diverse fonti) la vita umana e la donna, è un’arte tutta europea. D'altronde questo appare come lo scambio reciproco di polpette avvelenate: la neutralizzazione dell'economia delle Pmi ucraine (in favore delle grandi lobby continentali) da una parte, contro il "via libera" e la potenziale libera circolazione (senza limiti) di nuovi personaggi senza scrupololi verso l'Europa. Proprio quello che ci serviva!
Il Mercato e l'Anima
D'altrode quel che interessa ai garanti Bilderberg delle multinazionali è solo avere nuovi acquirenti, nuovi target di mercato da curare; nuovi "clienti" cui piazzare beni e servizi. L’importante – pertanto – è chiudere l’accordo di associazione, indipendentemente dal contesto sociale, economico ed umano. Ma si sa, del resto, l’Unione europea ha sempre le mani in pasta: non ha fiatato davanti alle stragi del Medio Oriente (anzi ha finito per decidere l'applicazione di inqui embarghi commerciali che stanno letteralmente distruggendo l'economia di paesi come Iran e Siria, tra l'indifferenza generale e malgrado l'assegnazione di un ridicolo "Premio Nobel per la Pace") e non ha proferito parola davanti all’indifferenza occidentale nei confronti della morte e della distruzione di intere popolazioni; ha venduto la sua anima cristiana alle banche ed alla tecnocrazia. Poteva fermarsi giusto adesso? No di sicuro!
Maria Laura Barbuto, Sergio Basile (Copyright © 2013 Qui Europa)
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