Van Rompuy – Gaffe rivelatoria al Premio Carlomagno

Venerdì,  Maggio 30th/ 2014

 – di Sergio Basile 

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Van Rompuy – Gaffe rivelatoria al Premio Carlomagno

Il Presidente del Consiglio UE: "L'UE non si occupi solo

degli affaristi"

Carlo Magno e Van Rompuy: un accostamento anacronistico

► Video in allegato

 

di Sergio Basile

Premio Carlomagno 2014 - Herman Van Rompuy

 Carlo Magno e Van Rompuy – Un accostamento anacronistico               

Bruxelles, Aquisgrana – Redazione Quieuropa – Nelle ultime ore ad Aquisgrana è stato consegnato il "Premio Carlomagno".  Sbalorditivo l'intervento del premiato di turno, il Presidente del Consiglio UE  Herman Van Rompuy: "L'Ue cambi rotta subito: è urgente ed essenziale che sia anche protettiva, non solo degli affaristi, ma anche degli impiegati e dei lavoratori, non solo quelli con i diplomi e che sanno le lingue ma di tutti i cittadini". Lo ha detto, anzi confessato candidamente, Van Rompuy, a coronamento della cerimonia. Insomma una gaffe ciclopica nella quale il nominato amico dei poteri forti e dell'élite social-comunista e liberal-capitalista ha – suo malgrado – ammesso l'evidenza: cioè che fino ad ora l'UE – per estensione – è stata complice degli affaristi e degli speculatori, contro i popoli e la giustizia. Insomma, detto da noi comuni mortali ha un peso… Ma riconosciuto da un "semi-dio" illuminato parte integrante del sistema, come Van Rompuy, ne ha assolutamente un altro. A sgombrare il campo da eventuali equivoci anti-europeisti ed a ricordare a tutti che il 57% degli europei non-votanti alle europee non sono "saggi" ma squinternati "populisti" ci aveva pensato poco prima, in apertura della cerimonia, Enrico Letta, secondo il quale "l'onda populista è montata, ma nei grandi paesi, come Germania e Italia sventola la bandiera dell'europeismo". Come dire: l'iconografia è potere, e il potere ce l'abbiamo noi!

 Il senso e il valore dei premi europeisti                                                             

Ma sconcertante gaffe a parte, sinceramente consideriamo semplicemente inadeguato (per non dire completamente anacronistico, antitetico o vergognoso) l'accostamento di un personaggio come Herman Van Rompuy, uno dei principali custodi della gabbia europea del debito e della moneta dell'usura legalizzata, ad un personaggio come Carlo Magno. Ma d'altronde questi premi (dal Nobel al Sacharov al Kalergi) sappiamo ormai perchè vengono assegnati…. (vedi qui – Il Piano Kalergi – La Terzomondializzazione dell’Europa e l’Eurocast qui Premio Sakharov 2012: un Grido per la Libertà in Iran o una Grande Propaganda politica Filo-Nato? – qui – Le Verità Nascoste sul Premio Nobel e qui Oslo – All’Ue il Nobel delle Contraddizioni e del Dissenso).

Premio Carlomagno 2014 - Herman Van Rompuy

 La moneta, Carlo Magno e Van Rompuy                                                          

Ricordiamo infatti che l'imperatore liquidò il sistema monetario basato sul solido d'oro dei romani, adottando tuttavia un sistema monetario basato sul monometallismo argenteo: all'epoca l'unica moneta coniata era il "denaro". Due i tagli usati: la libbra (o pound, unità monetaria e ponderale allo stesso tempo) che valeva 20 solidi (come per lo scellino) o 240 denari (come per il penny). C'è da dire che la libbra ed il solido furono esclusivamente unità di conto, mentre solo il "denaro" fu moneta reale, quindi coniata. Sotto Carlo Magno, non esisteva – ovviamente – l'attuale diabolica cartolarizzazione della moneta e del credito; non esistevano il rating e lo spread. Gli usurai avevano evidentemente vita più dura, e la moneta non era carta straccia come adesso, ma aveva una sua consistenza  ed un suo valore intrinseco ben definito e visibile, sia pur sempre convenzionale. L'argento c'era davvero ed era sostanza fondamentale della moneta! I primi slittamenti iniziarono solo nel X secolo. "Infatti i primi Ottoni (961-973 e 973-983) misero ordine nel sistema consacrando lo slittamento del denaro in termini di peso e di fino: una "lira" (ossia 240 denari) passò tuttavia da 410 grammi a 330 grammi di una lega argentea peggiore (da 390 grammi di argento fino a 275 grammi)". (Cfr.: Federico Chabod, Lezioni di metodo storico, Roma-Bari, Laterza, 1978; Franco Cardini e Marina Montesano, Storia medievale, Firenze, Le Monnier Università, 2006)

 Carlo Magno, difensore della liturgia e del Cristianesimo                         

Ma l'inadeguatezza del premio e dell'accostamento si evince anche da altri clamorosi esempi: Carlo Magno, in merito alla riforma della Chiesa e per il bene stesso della Chiesa attuò una serie di provvedimenti per poter elevare, sia a livello qualitativo sia a livello comportamentale, il personale ecclesiastico. Egli, inoltre, era dell'idea che un insegnamento sbagliato dei testi sacri – sia teologico che grammaticale – avrebbe potuto portare alla perdizione dell'anima poiché avrebbe indotto a pregare e levare culto a Dio, in maniera non consona. Carlo Magno, pertanto, pretese la fissazione e la standardizzare della liturgia, con la reintroduzione del latino classicoMa Carlo Magno, fu anche – come noto – il fondatore della scuola palatina, proprio presso Aquisgrana. In ogni angolo dell'Impero nacquero scuole a ridosso delle chiese e delle abbazie. Un sodalizio perfetto, questo, che portò cultura vera e benessere fisico e spirituale. Oggi invece si mette in discussione perfino il crocifisso (vedi qui – L’Ignoranza, il prete, Martin e la Croce) e molti sacerdoti si sono addirittura convertiti all'europeismo, ignorandone i veri principi e creando confusione e disorientamento tra i fedeli… in un festival di contraddizioni e luoghi comuni, che fanno coincidere imperdonabilmente e paradossalmente l'Unione europea con l'unità degli europei nelle comuni rivendicazioni di equità e giustizia. Come mescolare il diavolo e l'acqua santa, insomma! Per capirlo, ad esempio, basta vedere le strategie e gli atteggiamenti adottati verso i drammi di paesi come Siria e Grecia.

Premio Carlomagno 2014 - Herman Van Rompuy

 La Giustizia secondo Carlo Magno e l'anti-giustizia europeista               

In merito, poi, alla riforma della Giustizia Carlo Magno cercò di promulgare dei richiami vincolanti per tutti. Aborti giuridici protendenti per l'inviolabilità di intoccabili parassiti come quelli contemplati dall'UE in favore di istituzioni quali il MES (vedi qui – L’euforia di Regling, il MES avrebbe Raggiunto il suo Obiettivo) e l'eurogendfor e dei loro rispettivi attori, all'epoca sarebbero stati giudicati semplicemente come folli vaneggiamenti, lontani anni luce da ogni principio di giustizia e dallo stesso diritto naturale. Evidentemente, poi, le leggi ad personam e l'introduzione ed abuso di distruttivi istituti figli della cultura liberale come prescrizione, decadenza e consuetudine (istituto che – ad esempio – salvò in Cassazione Carlo Azeglio Ciampi e Antonio Fazio dalla denuncia contro Tesoro e Bankitalia levata da parte del Professor Giacinto Auriti, per falso in bilancio, usura e induzione al suicidio in relazione al meccanismo di emissione truffaldino della lira a debito) non passarono mai neppure per l'anticamera del cervello del sovrano. Secondo me Carlo Magno se fosse stato ancora tra noi mortali, oggi avrebbe fatto incetta di malox: e in dosi evidentemente maggiori di quelle ingerite da Beppe Grillo, per fini squisitamente teatrali.

Sergio Basile (Copyright © 2014 Qui Europa)

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