Giovedì, Marzo 28th/ 2013
– Qui Europa, Iniziativa di Libero Confronto, "Pensa e Scrivi" –
Mercoledì, 9 maggio / 2018
– di Patrizia Stella –
Redazione Quieuropa, Patrizia Stella, intercomunione sacrilega, Eucaristia, card. Sarah
La Conferenza episcopale tedesca dice
si all'intercomunione sacrilega.
"No" dei card. Sarah ed Ejik
La Conferenza: si alla possibilità di dare la Comunione
anche ai coniugi protestanti sposati con cattolici
Card. Robert Sarah:
“Il più insidioso attacco diabolico consiste nel cercare di spegnere
la fede nell’Eucaristia, seminando errori e favorendo un modo
non confacente di riceverla".
Card. Willem Ejik
"No a comunione ai protestanti, anche se sposati con un cattolico.
La prassi della Chiesa Cattolica, fondata sulla sua fede,
non si cambia a maggioranza o all'unanimità…".
di Patrizia Stella
Verso l'intercomunione ( sacrilega )
Verona,Roma – di Patrizia Stella – Una rappresentanza di sette Vescovi tedeschi, con a capo il card. di Utrecht, Mons. Willem Ejik, ha scritto recentemente una lettera per contestare la decisione presa il 22 febbraio scorso dalla delegazione della Conferenza episcopale tedesca che ha approvato a maggioranza la possibilità di dare la Comunione anche ai coniugi protestanti sposati con cattolici.
«No a comunione ai protestanti, anche se sposati con un cattolico. La prassi della Chiesa Cattolica, fondata sulla sua fede, non si cambia a maggioranza o all'unanimità. Vedo che i vescovi e soprattutto il successore di Pietro mancano nel mantenere e trasmettere fedelmente e in unità il deposito della fede e penso alla prova finale che dovrà attraversare la Chiesa»
(Mons. Willem Ejik – Cardinale di Utrecht)
I Vescovi hanno trovato facile terreno in questo grazie al consenso avuto dalla delegazione vaticana che, dopo aver escluso il card. Sarah, forse per le sue posizioni decisamente contrarie, ha avallato in pieno la decisione dei Vescovi tedeschi. Questo sembra solo uno dei primi passi di apertura verso la cosiddetta “Intercomunione” a sempre più vasto raggio, frutto della esortazione “Amoris Laetitia” che papa Bergoglio ha presentato facendola però passare al vaglio e alla libera interpretazione delle varie conferenze episcopali mondiali, con la conseguenza disastrosa che lasciare all’arbitrio dei Vescovi di tutto il mondo un documento di tale importanza per la Chiesa universale, significa sgretolare l’unità della Chiesa, frantumandola in tanti pezzi quanti sono i Vescovi e anche più, perché poi alla fine ognuno ha il potere di decidere per la propria diocesi e per ciascun caso particolare quello che più gli pare opportuno, in ossequio alle “novità pastorali” sempre più sconcertanti di Bergoglio ma in pieno contrasto con le Parole e il volere di Gesù espresso nel Vangelo e tramandato dal Magistero perenne della Chiesa Cattolica.
Come affermava il suicida Lutero…
Con l’ignoranza che regna sovrana sulle verità della fede cattolica tra gli stessi cattolici, perché sono decenni che anche alle lezioni di catechismo si insegna solo un vago buonismo ecumenico, ormai non ci si meraviglia più di nulla e si dà tutto per scontato, soprattutto se lo ha deciso il Papa. Chi ha il coraggio di contestare il Papa? Se poi si dimostra così aperto e simpatico e comprensivo, così buonista verso tutti i peccatori che possono contare sempre e incondizionatamente sulla misericordia di Dio, chi siamo noi per giudicare il Papa? Possiamo guazzare nel peccato alla grande che tanto, poi, saremo coperti dal manto della misericordia di Dio,
come affermava Lutero
che però morì impiccato e disperato alla spalliera del suo letto.
E così accade che molti fedeli, anche fra i vari Istituti, Congregazioni e Prelature non si pongono più domande con un certo doveroso discernimento su quanto di assai grave sta accadendo nella Chiesa ma, nascondendosi dietro l’autorità del Papa, si sentono giustificati nel loro operato davanti a Dio e davanti agli uomini, Anzi, molti non si limitano più a rimanere entro lo spazio di quella prudenza umana silenziosa che presuppone un comprensibile timore reverenziale nei confronti dell’autorità papale, ma adesso vanno ben oltre perché si fanno essi stessi fanatici promotori dell’azione pastorale di papa Bergoglio, con un tale esagerato trionfalismo che neppure si addice al più grande e santo Papa che sia mai esistito nella storia della Chiesa.
La situazione è molto grave!
Tutto ciò premesso, bisogna ricordare che la situazione è molto grave, perché qui non si tratta di preferire un Papa piuttosto che un altro o un progetto pastorale piuttosto che un altro, tutte questioni opinabili.
Qui si tratta di mettere in discussione non solo la Parola di Dio,
ma lo stesso Dio, Gesù Cristo,
che ha voluto rimanere sempre con noi
sotto le specie Eucaristiche del Pane e del Vino
ma a condizioni ben precise e vincolanti.
Condizioni che riguardano sia “la Forma” cioè le Parole della Consacrazione durante la Santa Messa perchè la consacrazione sia valida: “Prendete e mangiatene tutti, questo è il mio Corpo offerto in sacrificio per voi”, sia le disposizioni che un fedele cattolico è obbligato ad osservare per ricevere degnamente il Corpo del Signore. L’Eucaristia o Santa Comunione, cioè il Corpo e Sangue di Gesù non è un simbolo, un ricordo dell’ultima Cena di Gesù, che la Chiesa cattolica ha il dovere di distribuire a tutti, come se fosse un diritto di chi lo chiede. Senza dire che a molti cristiani ormai miscredenti poco o nulla importa della Comunione, purtroppo, ma sembra quasi una forzatura voluta da una parte potente della Gerarchia, forse per ingraziarsi i protestanti in nome di una falsa “unità ecumenica”. La Comunione nemmeno può essere considerata un premio per i cattolici più meritevoli come fossero i più bravi della classe. Assolutamente no! La Santa Eucaristia esige innanzitutto da parte di chi la riceve la consapevolezza che in quell’ostia c’è il vero corpo di Gesù che si dona a noi, e che per poterlo ricevere bisogna essere innanzitutto “cattolici battezzati e in grazia di Dio”. Ciò significa che, per essere in grazia di Dio, abbiamo il dovere di compiere un gesto di umiltà e chiedere il perdono dei nostri peccati con il Sacramento della Confessione, perché non è affatto vero che è sufficiente l’atto di penitenza all’inizio della Messa con la preghiera del “Confesso a Dio Onnipotente…” per avere il perdono dei peccati.
Quattro condizioni per ricevere la S. Comunione
Ricordiamo a questo punto le quattro condizioni necessarie per ricevere la Santa Comunione alla fine della Messa, secondo il catechismo della Chiesa cattolica:
1
Essere battezzati
cioè incorporati alla Chiesa cattolica e professarne la fede.
2
Essere in grazia di Dio
cioè aver confessato umilmente i peccati nel sacramento della Riconciliazione
e aver ricevuto l'assoluzione personale da un sacerdote della chiesa cattolica.
3
Rispettare il digiuno
che adesso consiste nell’evitare cibo da un’ora prima della Messa,
anche per rispetto.
4
Sapere e pensare a chi si va a ricevere.
Ma chi parla più di queste “condizioni” tra il Clero? Si denunciano violenze, abusi, ingiustizie, corruzioni ecc. senza pensare che la peggiore corruzione in assoluto è proprio la profanazione della Santa Eucaristia perché tutti gli altri peccati, sia pure gravi, sono contro l’uomo, questo invece è direttamente rivolto contro Dio! E’ un peccato contro lo Spirito Santo che non potrà mai essere perdonato, ha detto Gesù, perché è come “impugnare” cioè rinnegare la Verità conosciuta che è lo stesso Dio. Vedere il catechismo della Chiesa cattolica articolo 3, oppure in sintesi il compendio del catechismo Chiesa cattolica dal n. 271 al 294.
La prova e la storia
Gesù ci ha dato anche la prova concreta della sua vera Presenza divina nell’Ostia Santa, attraverso molti miracoli, talvolta sensazionali, avvenuti lungo i secoli fino a quelli più recenti di Buenos Aires, proprio quando era Vescovo mons. Bergoglio. Miracoli la cui storia è stata raccolta in più libri da varie edizioni, tra cui segnaliamo:
“I Miracoli eucaristici e le radici cristiane dell’Europa”,
edizione studio domenicano. Dio è padre buono, ci ha chiamati “Figli” e non schiavi, però non è buonista e pertanto è anche esigente e pretende dai suoi figli l’umile accettazione della Sua Volontà divina che si concretizza nel vivere i Dieci Comandamenti e i Sette Sacramenti, così come Lui li ha istituiti e non secondo le nostre vedute personali o le interpretazioni arbitrarie di Vescovi o di Papi quando contrastano con il Magistero perenne della Chiesa cattolica! Ricordiamo velocemente l’episodio significativo di Papa Liberio, agli inizi del 300, ai tempi dell’eresia ariana che negava la divinità di Gesù, quando, dopo vari tentennamenti, cedette alle correnti ariane, nonostante la forte opposizione del Vescovo di Alessandria Sant’Atanasio che, da solo, dopo molte persecuzioni, sostenuto dalla grazia di Dio e in virtù di quanto era stato sancito ufficialmente dalla Chiesa nel Concilio di Nicea (325),
riuscì a riportare la Verità su Gesù Cristo,
vero Dio e vero uomo.
Il più insidioso attacco diabolico
Adesso abbiamo un secondo “Atanasio”, mi si permetta di dirlo, che è Sua Eminenza il Card. Robert Sarah che, da solo, alza la sua voce come gli è possibile fare, opponendosi allo sfacelo cui è sottoposta la Santa Eucaristia ormai da interi decenni e che adesso sta raggiungendo, purtroppo, il suo punto culminante di dissacrazione con l’ultima esortazione “Amoris Laetitia”. Siamo noi fedeli a non saperla interpretare nel giusto modo voluto dal Papa. Chiudiamo con una frase significativa sull’argomento proprio del card. Robert Sarah tratto dal libro “La forza del silenzio” con la prefazione del Papa emerito Benedetto XVI, altro grande lottatore solitario per la fede, emarginato, calunniato e perseguitato:
“Il più insidioso attacco diabolico
consiste nel cercare di spegnere la fede nell’Eucaristia
seminando errori e favorendo un modo non confacente di riceverla.
Davvero la guerra fra Michele e i suoi Angeli da una parte, e Lucifero dall’altra,
continua nel cuore dei fedeli:
il bersaglio di Satana è il sacrificio della Messa
e la Presenza reale di Gesù nell’Ostia consacrata”.
( Card. Robert Sarah )
Ma a Dio non la si fa!
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